mercoledì 28 novembre 2007

Comunicato Stampa

COMUNICATO STAMPA

Siamo venuti a conoscenza che è stato pubblicato su Internet, in particolare sulla mailing list “Reddito Lavoro”, un appello per una manifestazione di solidarietà alla SATA di Melfi il primo dicembre per gli inquisiti dalla magistratura di Potenza su presunti reati di attività sovversiva e terrorismo. Dal comunicato risulta che l’appello sarebbe stato stilato dagli operai inquisiti e licenziati di Melfi insieme allo “SLAI Cobas per il sindacato di classe”.
Vogliamo precisare che nessun comunicato congiunto è stato redatto da parte dei licenziati di Melfi con il suddetto sindacato, né tantomeno noi operai della SATA di Melfi, inquisiti e/o licenziati parteciperemo alla manifestazione indetta per il 1° dicembre a Melfi da questo sindacato. Con lo “SLAI Cobas per il sindacato di classe” i sottoscritti non hanno nessun rapporto né organizzativo né politico. Inoltre, anche se alcuni operai della SATA sono stati coinvolti nella stessa inchiesta in cui risultano coinvolti membri dello “SLAI Cobas per il sindacato di classe”, noi riteniamo ben distinte le due esperienze, perché corre un’abissale differenza fra i nostri tentativi di costruire un’organizzazione indipendente degli operai e i tentativi di altri per rafforzare gruppetti diretti da piccoli borghesi.
Per quello che ci riguarda, la Fiat ha voluto colpire alcuni operai combattivi sul versante sindacale approfittando delle inchieste della magistratura. Per i reati di cui alcuni di noi sono accusati ci dichiariamo per l’ennesima volta estranei e ribadiamo, come già stiamo facendo anche in sede legale, che il nostro licenziamento è illegittimo. Per la nostra difesa e per la difesa di tutti gli operai non servono, anzi sono dannose, minoritarie manifestazioni propagandistiche fuori i cancelli della fabbrica, completamente isolate dalla massa degli operai.

Melfi 28-11-2007
Ferrentino Francesco
Operaio e delegato RSU licenziato dalla FIAT-SATA

Auria Donatantonio
Operaio licenziato dalla FIAT-SATA

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01459
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 246 del 20/11/2007
Firmatari
Primo firmatario: CARUSO FRANCESCO SAVERIO
Gruppo: RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA
Data firma: 20/11/2007
Destinatari
Ministero destinatario:
MINISTERO DEL LAVORO E DELLA PREVIDENZA SOCIALE
MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLA PREVIDENZA SOCIALE delegato in data 20/11/2007
Stato iter: IN CORSO


Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01459
presentata da
FRANCESCO SAVERIO CARUSO
martedì 20 novembre 2007 nella seduta n.246


CARUSO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dell'interno.- Per sapere - premesso che:

nel numero 44 del settimanale Panorama, uscito in edicola il 1o novembre 2007, il giornalista Giacomo Amadori afferma di aver preso visione in esclusiva di due informative della Digos in merito ad indagini sulle attività di alcune sigle sindacali operanti nei grandi stabilimenti industriali italiani;

in particolare il giornalista segnala un'attenzione degli inquirenti nei confronti dell'attività all'interno dello stabilimento Fiat di Pomigliano del gruppo definito erroneamente «Potere operaio», in verità semplice slogan abbinato alla denominazione ufficiale della «Confederazione Cobas», organizzazione sindacale di base operante da oltre un decennio nei luoghi di lavoro di tutt'Italia e da alcuni mesi costituitosi anche all'interno dello stabilimento Fiat di Pomigliano;

inoltre il quotidiano Il Mattino di venerdì 27 ottobre 2007 riporta la notizia di un atto di sabotaggio all'interno dello stabilimento Fiat di Pomigliano, dove «qualcuno ha strisciato con un punteruolo le fiancate di una quarantina di auto Alfa 159 nuove di zecca»;

il giornalista, riportando fonti della direzione aziendale, mette in connessione quest'atto di vandalismo con le difficili relazioni sindacali, «soprattutto tra Cobas e Azienda», dove finanche il risultato democratico della consultazione sindacale, con il 92 per cento di no all'accordo sul Welfare, viene visto come un campanello d'allarme, così come «la presenza di forti frange politicizzate che si riconoscono in sigle dell'estrema sinistra»;

è evidente che le parole del manager del gruppo Fiat, Sergio Marchionne, che venerdì 5 ottobre 2007 a Cassino ha dichiarato che «per logica e razionalità la nuova Alfa dovrebbe essere costruita a Cassino», non contribuiscono certo a migliorare le relazioni tra sindacati, soprattutto alla luce degli impegni sottoscritti in data 24 aprile 2003 sul ruolo strategico dell'area industriale di Pomigliano d'Arco, nell'ambito della business unit Alfa Romeo di Fiat auto, impegni costati tra l'altro 3 miliardi di denaro pubblico secondo l'interrogante di fatto regalati all'azienda Fiat;

tuttavia far ricadere le responsabilità, anche indirettamente, del sabotaggio delle auto alla sigla Cobas è, ad avviso dell'interrogante, un atto di criminalizzazione assurdo ai danni di coloro i quali hanno l'unica colpa di aver scelto di autorganizzarsi in modo autonomo per la tutela dei propri diritti;

questo tentativo di criminalizzazione si inserisce dentro un contesto più generale di criminalizzazione delle lotte operaie all'interno degli stabilimenti Fiat che in queste settimane ha raggiunto livelli allarmanti;

in particolare già a luglio di quest'anno la direzione di Termoli Fiat Powertrain disponeva il licenziamento di Luigi Cravero, componente del coordinamento provinciale Slai-cobas di Campobasso, particolarmente attivo sul terreno sindacale, con l'accusa di lavorare troppo lentamente: lo stesso Cravero aveva già ripetutamente segnalato i propri comprovati e documentati problemi fisici che gli rendevano impossibile mantenere i ritmi di produzione della nuova mansione assegnatagli da alcune settimane dalla direzione aziendale;

inoltre il 16 ottobre su indicazione della Procura della Repubblica di Potenza, Direzione Distrettuale Antimafia, pubblico ministero Dottor Francesco Casentini, è stato notificato un avviso di garanzia per i reati di cui agli articoli 270-bis e 272 del codice di procedura penale, «accertati in Potenza con nota della Questura di Potenza, Digos, del 20 marzo 2006 e consumati in Lavello, Melfi e altrove dall'ottobre 2005 fino a oggi» e sono state disposte le perquisizioni di alcune sedi dello «Slai-Cobas per il sindacato di classe», insieme alle abitazioni di 25 sindacalisti, al termine delle quali sono stati sequestrati computer, materiale informatico, volanti, documenti, lettere aventi per oggetto l'attività politico-sociale in senso generale;

a tali ipotesi di reato non corrisponde tuttavia alcun riscontro oggettivo, in quanto le lotte operaie di Melfi, anche durante i momenti più accesi di mobilitazione, non hanno mai registrato alcun atto di violenza, se non quella esercitata dalle forze dell'ordine in data 26 aprile 2004;

in particolare agenti della Digos hanno perquisito le abitazioni di due operai della Sata di Melfi, sindacalisti della Confederazione Unitaria di Base, Donantonio Auria e Michele Passannante;

la Sata ha subito «sospeso» Auria e Passannante non facendoli entrare nello stabilimento già il giorno dopo l'intervento della magistratura, motivando tale scelta con la rottura del «vincolo fiduciario posto a base del rapporto di lavoro»;

infine la mattina del 13 novembre alcuni agenti della Digos assieme ai dirigenti della Fiat di Pomigliano D'Arco, notificavano a Domenico Mignano, RSU ex Slai Cobas, già illegalmente estromesso dall'azienda dall'incarico assegnatogli con voto della maggioranza dei lavoratori dello stabilimento, attualmente esponente della Confederazione Cobas) una lettera di licenziamento;

Domenico Mignano, sindacalista della Confederazione COBAS, è stato privato del posto di lavoro dalla direzione aziendale per la sua partecipazione, nei giorni precedenti lo sciopero generale dello scorso 9 novembre, ad una iniziativa di propaganda dei temi dello sciopero, effettuata nei locali della sede centrale della concessionaria Fiat di Napoli;

in verità non è la prima volta che i dirigenti della Fiat cercano di liberarsi di Mignano: l'anno scorso, infatti, era stato licenziato insieme ad altri 3 operai sindacalisti dello Slai Cobas dopo alcuni scioperi e contestazioni agli accordi aziendali, licenziamenti poi riconosciuti illegittimi dalla magistratura e rientrati. Il suo non è neanche un caso isolato, basti pensare al licenziamento politico, sempre a Pomigliano d'Arco, alla Fiat/Avio, di Giovanni Santarelli, noto sindacalista della Fiom;

l'interrogante, peraltro, esprime il proprio disappunto nei confronti di un'azienda che mentre da una parte sospende due operai per un'ipotesi di reato ancora tutta da verificare, dall'altra a fronte di una condanna definitiva del suo amministratore delegato, Cesare Romiti, per il reato di falso in bilancio (condanna poi revocata dalla Cassazione) non solo nulla ha fatto nei suoi confronti, né durante l'inchiesta, né dopo la condanna, ma, quando, anni dopo, è andato in pensione, gli ha dato una liquidazione ragguardevole -:

se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopraelencati e in particolare dei licenziamenti politici avvenuti in queste settimane negli stabilimenti Fiat;

quali provvedimenti intenda porre in essere per fermare o frenare questa che l'interrogante giudica una inquietante campagna di criminalizzazione e intimidazione nei confronti delle sigle dell'autorganizzazione sindacale all'interno degli stabilimenti Fiat, in particolare a Pomigliano d'Arco nei confronti degli operai della «confederazione Cobas per il potere operaio», e dei lavoratori di Termoli e Melfi;

se il Ministro non ritenga opportuno avviare un verifica sul reale utilizzo dei miliardi di denaro pubblico elargiti all'azienda Fiat per lo sviluppo dello stabilimento Fiat di Pomigliano, dal momento che a soli 4 anni dalla firma dell'accordo l'azienda prospetta lo spostamento della produzione dell'Alfa 147 da Pomigliano a Cassino. (3-01459)

Anonimo ha detto...

A Donato Auria va tutta la mia solidarietà e un invito: NON MOLLARE!!!