Con un decreto di archiviazione, datato 28 marzo 2008, di cui siamo venuti a conoscenza solo in questi giorni, Il GIP (giudice per le indagini preliminari) del Tribunale di Potenza, Pavese, su proposta, datata 30 novembre 2007, dello stesso pubblico ministero Basentini, ha disposto l’archiviazione per noi operai della Fiat di Melfi che eravamo stati coinvolti in una indagine per presunta eversione e terrorismo.
Dalla lettura della richiesta di archiviazione apprendiamo che sarebbe stato accertato che noi operai “saremmo stati avvicinati a seguito delle rivendicazioni sindacali e parasindacali verificatesi nella nota primavera di Melfi con 21 giornate di sciopero da soggetti operanti negli ambienti sovversivi” che “sfruttando illecitamente alcune sigle sindacali e segnatamente quella dello Slai Cobas avrebbero cercato di attuare un’intensa operazione di proselitismo e di reclutamento di risorse umane da integrare nei programmi di lotta armata”.
In realtà, io personalmente non ho mai avuto alcun contatto con nessun personaggio che mi abbia proposto la lotta armata e penso che questo discorso valga anche per gli altri operai.
Dal decreto di archiviazione del 28 Marzo 2008, consegnato in questi giorni abbiamo saputo che anche Francesco Ferrentino risultava fra gli indagati e lui stesso non ha mai ricevuto un avviso di garanzia per questa inchiesta.
In ogni caso anche per lui, come per noi altri operai, è scattata l’archiviazione.
La decisione del Giudice dimostra quello che abbiamo sempre sostenuto noi operai licenziati: la nostra completa estraneità dal terrorismo.
La Fiat avrebbe dovuto aspettare l’esito dell’inchiesta, invece, non solo non ha aspettato la sentenza definitiva per prendere eventuali provvedimenti, come previsto dal contratto nazionale, ma ha preferito prendere a pretesto la questione della presunta eversione per liberarsi di noi operai scomodi perché combattivi, senza preoccuparsi di buttarci ingiustamente sul lastrico.
La Fiat a questo punto dovrebbe prendere atto del pronunciamento della magistratura e ritirare immediatamente gli illegittimi licenziamenti, reintegrando senza indugi noi operai nel nostro posto di lavoro.
In caso contrario, agli occhi di tutti, anche i più filo padronali, non ci potrà essere più nessuna giustificazione per la Fiat, diventando evidente a tutti la volontà aziendale di tenere lontano dalla fabbrica per più tempo possibile e usando qualsiasi pretesto, dal terrorismo al testo di un volantino, degli operai che non piegano la testa e che hanno sempre svolto in modo onesto l’attività sindacale, senza svendere i diritti dei compagni di lavoro.
lunedì 27 ottobre 2008
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2 commenti:
Tenete duro perchè battere la Fiat serve a tutta la classe operaia.
piena solidarietà no condivido l' idea di fare un partito operaio ma questo non toglie la solidarietà verso la tua situazione
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