Gli Operai e la borghesia grande e piccola al governo provinciale
Gli operai ancora prima di risultare indagati vengono licenziati.
I signori nel palazzo vengono rinviati a giudizio, non si dimettono e continuano a percepire lauti compensi.
Il consiglio provinciale di Potenza è fissato in prima convocazione martedì 27 novembre, alle 10.30 e in seconda convocazione venerdì 30 novembre, sempre alla stessa ora.
Tra gli argomenti in discussione un ordine del giorno presentato dalla sinistra cosiddetta radicale: di solidarietà verso i lavoratori licenziati dalla FIAT-SATA di San Nicola di Melfi.
Non se ne fa nulla non viene approvato nessun ordine del giorno a favore degli operai licenziati i consiglieri provinciali hanno altro a cui badare.
Bisogna mantenere il carrozzone in piedi, si svolgono altri consigli provinciali e si affrontano altri argomenti, l’ordine del giorno di solidarietà agli operai licenziati è momentaneamente sparito.
Il consiglio provinciale è convocato nuovamente per martedì 18 dicembre 2007, alle ore 10.30.
Nel consiglio si devono discutere cinque ordini del giorno: al terzo punto ricompare solidarietà verso i lavoratori licenziati dalla Fiat-SATA di San Nicola di Melfi.
La seduta viene rinviata per la mancanza del numero legale.
Sul noto giornale locale “Il Quotidiano” del 19 dicembre 2007 appare “L’ordine del giorno sulla Fiat fa paura e salta l’assise provinciale” e ancora “Imboscati sul caso SATA i consiglieri non si fanno trovare e manca il numero legale” “troppo pochi i 14 consiglieri in aula per iniziare i lavori del consiglio provinciale. In 5 minuti tutti a casa”.
Il giornalista si lascia andare e probabilmente dopo aver fatto le opportune verifiche dichiara “e pensare che il testo era stato persino modificato dopo una mediazione con i partiti più grandi della maggioranza” e ancora “nel titolo , è scomparso il termine solidarietà per quei 3 lavoratori licenziati dopo un avviso di garanzia per presunta eversione” e “per il rappresentante sindacale” “estraneo alle indagini, licenziato per aver distribuito volantini sulle dure condizioni di lavoro in fabbrica”.
L’opposizione di centro-destra ironizza “questa volta avremmo votato a favore” “invece” “hanno avuto paura di discutere del punto sulla Sata di Melfi”.
Eppure afferma il giornalista “pochi minuti prima della seduta consiliare, in una riunione preliminare alla presenza del presidente della provincia il partito di maggioranza aveva discusso dei temi in previsione”.
Il giornalista concludendo, scrive “Per fare politica ci vogliono i numeri. A volte serve non averli”.
Praticando con i consiglieri ha incominciato a vedere e capire le manovre di palazzo.
Una vera porcata, se fosse per questi signori noi operai non rientreremmo più in fabbrica.
Una iniziativa che ha avuto l’esito opposto e ha favorito la stessa Fiat.
Non è finita perché pur non essendo in Campania la “sceneggiata napoletana continua”.
Il 20 Dicembre in seconda convocazione si riunisce il consiglio provinciale.
I consiglieri poiché sono sensibili osservano un minuto di silenzio in memoria delle morti bianche dell’ultimo periodo, compreso l’operaio deceduto nella Fiat-SATA di San Nicola di Melfi.
Sulla questione della sicurezza in fabbrica, i consiglieri della “sinistra arcobaleno” presentano un ordine del giorno urgente e chiedono che venga discusso come primo argomento.
Il capogruppo del PD è di diverso avviso chiede di inserirlo come ultimo punto.
La richiesta non viene accolta dalla “sinistra radicale” che abbandona l’aula. Fine dell’ultima puntata.
Pochi giorni dopo sugli organi di stampa viene fuori che per il 20 febbraio 2008 è fissata l’udienza preliminare per 69 persone indagate nell’inchiesta “Jena due”.
Il pm Henry John Woodcock chiede il rinvio a giudizio per una serie di reati che vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso, usura, estorsione, corruzione alla turbativa d’asta.
Insieme ai boss e ad “altri presunti appartenenti alla criminalità organizzata figurano il deputato del Pd Antonio Luongo” (amico personale di D’Alema), “il presidente del consiglio provinciale di Potenza Ignazio Petrone, l’Assessore provinciale all’ambiente Domenico Iacobuzio” ed altri appartenenti allo stesso partito.
Tutti non si dimettono e continuano a recepire lauti compensi nel palazzo governativo provinciale.
Tanto per loro non scatta nessun licenziamento.
Per cercare di mantenere i propri privilegi non si mettono contro i loro simili e contro la Fiat e non approvano nessun ordine del giorno che potrebbe dare fastidio.
Continuano a dire che di fronte alla legge tutti devono avere gli stessi diritti, poi viene fuori che gli operai solo per il fatto di essere indagati vengono licenziati e perdono il lavoro, mentre altri elementi che non sono operai vengono rinviati a giudizio o addirittura condannati e continuano a rimanere al loro posto.
domenica 6 gennaio 2008
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1 commento:
...giusto per dirti che nella tua lotta non sei solo. Spero davvero tu abbia trovato un nuovo lavoro, per te e per la tua famiglia.
In bocca al lupo e non fermarti, mai...
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