Piccole vendette di una multinazionale
Dopo essere stato licenziato ingiustamente dalla FIAT di Melfi, faccio domanda di disoccupazione per aver giustamente un contributo economico dopo essere stato sfruttato per 12 anni ininterrottamente in fabbrica.
Presento la domanda l’8 novembre 2007 e il responsabile del procedimento dell’INPS rilascia la ricevuta della presentazione della domanda e chiede nel contempo il DS/22 che è un attestato da compilare a cura del datore di lavoro, cioè la FIAT di Melfi.
Richiedo questo attestato telefonicamente presso l’amministrazione del personale e gli impiegati dichiarano: “che la compilazione è sì a cura del datore di lavoro cioè della Fiat-SATA di Melfi ma che il modello in bianco deve essere fatto recapitare presso l’amministrazione dallo stesso lavoratore”!!
Cioè un modulo da compilare da parte della FIAT-SATA di Melfi, che potrebbe essere scaricato facilmente anche tramite internet, deve essere invece fornito dall’operaio licenziato, che peraltro non può più entrare in fabbrica presso l’amministrazione !!
Sabato 1° Dicembre 2007 arriva una nota (datata 13-11-2007) dell’INPS di Potenza nella quale si richiede il modello DS/22, con la precisazione che detto modello, insieme alla certificazione comprovante l’iscrizione all’Ufficio Provinciale del Lavoro, deve arrivare presso l’INPS di Potenza entro il termine massimo di 30 giorni dalla data di notifica della nota.
La nota tramite il servizio postale è stata recapitata il 1° dicembre, il termine dovrebbe scattare il 1° gennaio 2007.
Invio lunedì 3 dicembre tramite raccomandata il modulo in bianco e la richiesta formale alla FIAT-SATA di Melfi per ricevere il DS/22 compilato.
Il DS/22 in bianco, nonostante sia stato inviato alla FIAT-SATA, non ritorna compilato e il giorno 19 Dicembre mi viene consegnata dal postino una nota dell’INPS di Potenza datata 7 dicembre nella quale si evince che viene respinta la domanda di disoccupazione.
Anche se si volesse prendere in considerazione non quando il postino ha consegnato le due note ma unicamente le date di compilazione delle due note inviate si evince che la prima nota di richiesta del modulo DS/22 è datata 13-11-2007, la seconda nota che respinge la domanda è datata 07-12-2007.
Cioè la nota che respinge la domanda di disoccupazione è stata stilata sei giorni prima del termine previsto dalla data della stessa nota precedente inviata dall’INPS.
E’ soltanto un errore dell’impiegato dell’INPS?
La sostanza è che l’INPS di Potenza fa quello che vuole non aspetta neanche il termine di 30 giorni, la FIAT-SATA di Melfi altrettanto, sembra che siano quasi d’accordo.
Se il DS/22 è un modulo che deve essere rilasciato dalle aziende perché non viene chiesto direttamente alla FIAT da parte dell’INPS?
Dopo alcuni giorni la domanda di disoccupazione viene ripresa in considerazione ma il riconoscimento economico di disoccupazione per il primo mese “slitta”.
Tutti si vantano che gli operai licenziati possono fruire degli “ammortizzatori sociali” poi anche su questi, i padroni con piccoli espedienti burocratici vorrebbero decidere chi e quando deve utilizzarli.
Dopo essere stato licenziato ingiustamente dalla FIAT di Melfi, faccio domanda di disoccupazione per aver giustamente un contributo economico dopo essere stato sfruttato per 12 anni ininterrottamente in fabbrica.
Presento la domanda l’8 novembre 2007 e il responsabile del procedimento dell’INPS rilascia la ricevuta della presentazione della domanda e chiede nel contempo il DS/22 che è un attestato da compilare a cura del datore di lavoro, cioè la FIAT di Melfi.
Richiedo questo attestato telefonicamente presso l’amministrazione del personale e gli impiegati dichiarano: “che la compilazione è sì a cura del datore di lavoro cioè della Fiat-SATA di Melfi ma che il modello in bianco deve essere fatto recapitare presso l’amministrazione dallo stesso lavoratore”!!
Cioè un modulo da compilare da parte della FIAT-SATA di Melfi, che potrebbe essere scaricato facilmente anche tramite internet, deve essere invece fornito dall’operaio licenziato, che peraltro non può più entrare in fabbrica presso l’amministrazione !!
Sabato 1° Dicembre 2007 arriva una nota (datata 13-11-2007) dell’INPS di Potenza nella quale si richiede il modello DS/22, con la precisazione che detto modello, insieme alla certificazione comprovante l’iscrizione all’Ufficio Provinciale del Lavoro, deve arrivare presso l’INPS di Potenza entro il termine massimo di 30 giorni dalla data di notifica della nota.
La nota tramite il servizio postale è stata recapitata il 1° dicembre, il termine dovrebbe scattare il 1° gennaio 2007.
Invio lunedì 3 dicembre tramite raccomandata il modulo in bianco e la richiesta formale alla FIAT-SATA di Melfi per ricevere il DS/22 compilato.
Il DS/22 in bianco, nonostante sia stato inviato alla FIAT-SATA, non ritorna compilato e il giorno 19 Dicembre mi viene consegnata dal postino una nota dell’INPS di Potenza datata 7 dicembre nella quale si evince che viene respinta la domanda di disoccupazione.
Anche se si volesse prendere in considerazione non quando il postino ha consegnato le due note ma unicamente le date di compilazione delle due note inviate si evince che la prima nota di richiesta del modulo DS/22 è datata 13-11-2007, la seconda nota che respinge la domanda è datata 07-12-2007.
Cioè la nota che respinge la domanda di disoccupazione è stata stilata sei giorni prima del termine previsto dalla data della stessa nota precedente inviata dall’INPS.
E’ soltanto un errore dell’impiegato dell’INPS?
La sostanza è che l’INPS di Potenza fa quello che vuole non aspetta neanche il termine di 30 giorni, la FIAT-SATA di Melfi altrettanto, sembra che siano quasi d’accordo.
Se il DS/22 è un modulo che deve essere rilasciato dalle aziende perché non viene chiesto direttamente alla FIAT da parte dell’INPS?
Dopo alcuni giorni la domanda di disoccupazione viene ripresa in considerazione ma il riconoscimento economico di disoccupazione per il primo mese “slitta”.
Tutti si vantano che gli operai licenziati possono fruire degli “ammortizzatori sociali” poi anche su questi, i padroni con piccoli espedienti burocratici vorrebbero decidere chi e quando deve utilizzarli.