Martedi 11 Dicembre 2007 durante una iniziativa promossa dalla Fim-Cisl presso il Centro Sociale “P. Sacco” a Rionero in Vulture, il Responsabile Risorse Umane e relazioni industriali di Fiat auto il signor Giva, ritenuto uno dei dirigenti più importanti del Lingotto sempre a stretto contatto con il signor Marchionne, affermava (come riportato sulla Nuova del Sud del 12 Dicembre 2007) che alla Fiat di Melfi, grazie ai percorsi di formazione, si assicurano livelli altissimi di sicurezza.
Furono sviscerati i dati relativi alla sicurezza e ci si azzardò a dire che si puntava alla quota zero infortuni.
Il martedì successivo, a distanza di una settimana, nella fabbrica dove a parere del Signor Giva ci sono livelli altissimi di sicurezza, moriva l’operaio Luigi Simeone di 57 anni.
Un operaio cui mancava poco per la pensione e che è morto sotto gli occhi del figlio che è stato uno dei primi soccorritori.
Un operaio che non è morto di infarto o a causa di un altro malore ma per garantire il profitto ai padroni.
Non ci vorrebbe molto. Basterebbe che il signor Giva si mettesse la tuta di lavoro e lavorasse sulla linea insieme a noi operai per capire che la realtà è ben lontana dalle chiacchiere.
La sicurezza sul lavoro non concilia con le esigenze del padrone di sfruttamento degli operai.
Agli operai alla FIAT di Melfi di tanto in tanto viene fatto firmare il cosiddetto libretto verde, quello per l’informazione e per la prevenzione degli infortuni.
Il signor Giva lo sa come viene fatta la formazione per la prevenzione degli infortuni e dove viene fatta apporre la firma agli operai? Direttamente sulla linea mentre l’operaio lavora.
Forse il signor Giva non ne sa nulla? Diceva il famoso Totò “ma mi faccia il piacere”!
A distanza di una settimana dalla sua venuta e nonostante le sue chiacchiere è morto un operaio. Neanche un anno fa, il 29 Gennaio del 2007 un altro operaio alla Fiat di Melfi ha rischiato di lasciarci la pelle a causa di un motore caduto dal cielo che lo ha colpito di striscio e gli ha provocato ferite e decine di punti di sutura.
Tanti operai invece si devono considerare più fortunati, non sono morti sul lavoro, ma dopo aver subito un’infortunio hanno ricevuto il provvedimento disciplinare. Dopo il danno anche la beffa.
Solo due mesi fa, il delegato RSU Francesco Ferrentino è stato licenziato per aver criticato in un volantino il comportamento di un capo che aveva tentato di impedire l’intervento di un Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza.
Chi crederà più alle favole raccontate dal signor Giva?
Furono sviscerati i dati relativi alla sicurezza e ci si azzardò a dire che si puntava alla quota zero infortuni.
Il martedì successivo, a distanza di una settimana, nella fabbrica dove a parere del Signor Giva ci sono livelli altissimi di sicurezza, moriva l’operaio Luigi Simeone di 57 anni.
Un operaio cui mancava poco per la pensione e che è morto sotto gli occhi del figlio che è stato uno dei primi soccorritori.
Un operaio che non è morto di infarto o a causa di un altro malore ma per garantire il profitto ai padroni.
Non ci vorrebbe molto. Basterebbe che il signor Giva si mettesse la tuta di lavoro e lavorasse sulla linea insieme a noi operai per capire che la realtà è ben lontana dalle chiacchiere.
La sicurezza sul lavoro non concilia con le esigenze del padrone di sfruttamento degli operai.
Agli operai alla FIAT di Melfi di tanto in tanto viene fatto firmare il cosiddetto libretto verde, quello per l’informazione e per la prevenzione degli infortuni.
Il signor Giva lo sa come viene fatta la formazione per la prevenzione degli infortuni e dove viene fatta apporre la firma agli operai? Direttamente sulla linea mentre l’operaio lavora.
Forse il signor Giva non ne sa nulla? Diceva il famoso Totò “ma mi faccia il piacere”!
A distanza di una settimana dalla sua venuta e nonostante le sue chiacchiere è morto un operaio. Neanche un anno fa, il 29 Gennaio del 2007 un altro operaio alla Fiat di Melfi ha rischiato di lasciarci la pelle a causa di un motore caduto dal cielo che lo ha colpito di striscio e gli ha provocato ferite e decine di punti di sutura.
Tanti operai invece si devono considerare più fortunati, non sono morti sul lavoro, ma dopo aver subito un’infortunio hanno ricevuto il provvedimento disciplinare. Dopo il danno anche la beffa.
Solo due mesi fa, il delegato RSU Francesco Ferrentino è stato licenziato per aver criticato in un volantino il comportamento di un capo che aveva tentato di impedire l’intervento di un Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza.
Chi crederà più alle favole raccontate dal signor Giva?